Julius Evola in edicola – un numero monografico di «Fenix»

Diretta da Adriano Forgione e dedicata agli Enigmi della storia e del sacro, come recita il suo sottotitolo, la rivista Fenix ha appena dato alle stampe un fascicolo monografico interamente dedicato alla figura di Julius Evola (a. XVI, n. 177, 15 luglio 2023).
Curato da Gianfranco de Turris, il numero da oggi in edicola fa luce su tutta una serie di momenti della vita e della produzione culturale evoliana, svelandone gli enigmi e illustrandone la complessità. I contributi pubblicati spaziano dalle “catene magiche” attivate nel Gruppo di Ur (Luca Siniscalco) al dadaismo filosofale evoliano (Giorgio Calcara), dagli studi sul Graal (Giovanni Sessa) ai rapporti “esoterici” con l’Ahnenerbe (Marco Zagni), dalle attività compiute durante la Repubblica Sociale Italiana e a Vienna (Alfonso Piscitelli) agli studi sulla Tradizione Romana (Valentina Ferranti).

Non mancano nemmeno articoli dedicati a eventi singolari e bizzarri accaduti in vita a Evola. Così, Guido Andrea Pautasso parla delle “investigazioni occulte” compiute dal Nostro in un castello infestato, mentre Andrea Scarabelli evoca i suoi incontri con l’immaginifico Jean Parvulesco, tradizionalista romeno e congiurato del “Sole di Mezzanotte”.
Chiudono il numero Luca Valentini, con un saggio su Evola e Crowley, Andrea Gualchierotti, con un racconto ucronico che ha il filosofo per protagonista, e una Lettera postuma al Barone firmata da Rainaldo Graziani. Tra i materiali rari contenuti nel numero è impossibile tralasciare un saggio evoliano inedito, Dante il Ghibellino. Il motivo nascosto del suo linguaggio simbolico, uscito il 13 novembre 1941 sulla Deutsche Zeitung in den Niederlanden, periodico stampato ad Amsterdam nel periodo dell’occupazione tedesca. Rintracciato e tradotto da Emanuele La Rosa, è una vera e propria chicca, che suggella quello che è destinato a diventare un numero da collezione.
L’eterogeneità dei contributi è la stessa che connotò il pensatore cui sono dedicati, esplorazione dei misteri di una vita che fu mistero a sé stessa, ma che a quasi mezzo secolo dalla sua conclusione continua a far parlare di sé, bene o male. Benissimo, in questo caso.